Nel mondo ci sono più di 2 miliardi di persone che fanno parte della Generazione Z. Queste persone rappresentano circa il 30% della popolazione mondiale e entro il 2025 costituiranno circa il 27% della forza lavoro globale. La pandemia ha pesantemente influenzato questa generazione, portando a un aumento della disoccupazione, particolarmente evidente in Italia.
Secondo un rapporto dell'OECD, il tasso di disoccupazione della GenZ in Italia ha raggiunto il 29.1%, posizionandosi tra i più alti a livello mondiale, secondi solo alla Spagna.
La Generazione Z si distingue per la sua esperienza unica di eventi disruptive che hanno plasmato il panorama sociale, economico e tecnologico. Tra questi, la continua innovazione tecnologica, le turbolenze politiche globali, le questioni legate alle disuguaglianze di genere e, soprattutto, l'impatto devastante della pandemia. Questa serie di eventi ha modellato in modo significativo le prospettive e le aspirazioni della GenZ, che si distingue anche dai suoi predecessori millennial.
Comprendere, adattarsi e rispondere alle esigenze e alle dinamiche di questa generazione è fondamentale per le aziende che intendono attrarre e trattenere i migliori talenti.
Rispetto alle generazioni precedenti, l'accesso facilitato alla tecnologia ha profondamente influenzato il modus operandi della Generazione Z, rendendola più propensa a intraprendere percorsi di apprendimento individuali e ad adottare modalità di comunicazione e interazione interpersonale principalmente digitali. L'apprendimento tramite video, social media e ricerca sono attività indipendenti.
Questo cambiamento comporta implicazioni significative: uno studio ha evidenziato come i membri della Generazione Z mostrino una minore propensione a godere dei momenti trascorsi in gruppo ed esprimano maggiore preoccupazione rispetto alla divisione equa dei compiti. Inoltre, rispetto alle generazioni precedenti, i giovani della GenZ trascorrono più tempo in solitudine. Gli studenti universitari di questa generazione dedicano un'ora in meno al giorno alle interazioni sociali in persona rispetto ai primi millennial, accentuando la dipendenza dalla comunicazione elettronica e riducendo le opportunità di sviluppare competenze sociali essenziali.
Questa tendenza si riflette anche nella sfera professionale, dove il 74% dei membri della Generazione Z ammette di riscontrare difficoltà nella comunicazione faccia a faccia, rispetto al 50% dei primi millennial e al 65% dei millennial più recenti. Questo evidenzia la necessità per le aziende di adattare le proprie strategie di formazione e comunicazione per soddisfare le esigenze specifiche di questa generazione, garantendo nel contempo lo sviluppo di competenze sociali e relazionali fondamentali per il successo nel mondo del lavoro.
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La nuova generazione, che proprio in questi anni sta facendo il suo primo ingresso nel mondo del lavoro, pone una notevole enfasi sulla diversità e sull'inclusione sul luogo di lavoro, attribuendo un'importanza fondamentale a questi valori, come dimostrato dal 91% di individui che li considerano prioritari. Secondo un report di McKinsey (link esterno), la GenZ si distingue per la sua ricerca incessante della verità, in termini di espressione individuale, connessione, comprensione e scoperta.
In altre parole, rispetto ai Millenial, la GenZ è più propensa ad accettare e comprendere prospettive differenti, c’è più libertà per esprimere ideologie ed è anche per questo che propendono per un approccio più equo anche al lavoro.
Soprattutto a causa della la loro natura di nativi digitali, molti membri della GenZ mostrano carenze in alcune competenze chiave, come l'ascolto attivo, la capacità di porre domande in modo efficace e la gestione costruttiva dei conflitti. È essenziale fornire loro opportunità di sviluppo per acquisire queste abilità cruciali.
Analogamente ai millennial, la GenZ predilige il feedback immediato e trasparente e riconosce l'importanza di una comunicazione aperta e trasparente nel contesto lavorativo. Gli studi indicano che questa generazione valorizza particolarmente la formazione continua, l'opportunità di avanzamento di carriera, l'autonomia, la flessibilità lavorativa e un equilibrato rapporto tra vita professionale e privata. Inoltre, la comprensione chiara e condivisa dei valori aziendali costituisce un elemento fondamentale per la loro soddisfazione e impegno sul posto di lavoro.
Abbiamo visto come la Generazione Z, in procinto di inserirsi nel mondo del lavoro, manifesta una chiara preferenza per un apprendimento autonomo e indipendente, sfruttando appieno le risorse tecnologiche a loro disposizione. In ogni caso, durante il percorso di studio, partecipano attivamente a tirocini che consentono loro di acquisire competenze pratiche fondamentali per la loro futura carriera a tempo pieno.
Essendo la prima generazione digital native, imparano subito quali sono le competenze rilevanti alla loro carriera e sanno che per restare al passo con la tecnologia devono essere costantemente in formazione. In altre parole, si mostrano propensi ad acquisire nuove competenze e si aspettano che i datori di lavoro offrano formazione mirata, consentendo loro di contribuire fin dal primo giorno. Inoltre, sono inclini a rimanere fedeli a un'azienda che investe nella loro crescita professionale, poiché comprendono che una migliore familiarità con gli strumenti, i processi e le tecnologie aziendali li rende più efficaci nell'esecuzione di nuovi compiti.
Per soddisfare gli stili di apprendimento della Generazione Z, le organizzazioni devono adattarsi alla tecnologia, offrire esperienze pratiche e fornire corsi di auto-apprendimento.
La Generazione Z valorizza l'autonomia sul lavoro e utilizzano la formazione per completare le proprie competenze ed evitare di dipendente dai colleghi o dai membri del team
L’apprendimento continuo è percepito come la competenza essenziale per l'avanzamento e la crescita professionale ed è fondamentale per garantire il successo sia individuale che aziendale nel contesto lavorativo odierno e futuro.
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