Negli ultimi anni, siamo stati testimoni di una serie incessante di sfide che hanno catapultato l'Italia e il mondo intero in una fase di incertezza senza precedenti. Questo scenario è reso ancora più complesso dalla transizione in corso tra due ondate di digitalizzazione: le tecnologie che hanno dominato il panorama recente continuano a influenzare profondamente le aziende, ma è chiaro che presto verranno sostituite o almeno affiancate dalle soluzioni digitali che guideranno il prossimo decennio.
In questo ambito, le piccole e medie imprese stanno cercando di cogliere le opportunità dell’evoluzione tecnologica per rimanere competitive in un mondo in costante mutamento.
Le PMI italiane rappresentano un pilastro essenziale del tessuto economico, a cui contribuiscono con oltre il 41% del fatturato. Tuttavia, nonostante i progressi infrastrutturali evidenziati dal Desi 2023 (Fonte - apre link esterno), l'Italia si trova ancora al di sotto della media europea per quanto riguarda le competenze digitali e l'adozione della digitalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.
Le strategie messe in atto su cloud, blockchain, intelligenza artificiale e cyber security, supportate dagli investimenti del PNRR, forniscono un solido fondamento per una trasformazione digitale sostenibile ed inclusiva, ma non sono sufficienti. Il report europeo mette infatti in luce una situazione preoccupante: solo il 46% della popolazione italiana possiede competenze digitali di base, compromettendo così la capacità delle imprese e dei cittadini di cogliere appieno le opportunità offerte dal digitale e di partecipare attivamente alla società digitale. Inoltre, il numero di imprese che offrono formazione ai propri dipendenti rimane insufficiente. L'incapacità di soddisfare la domanda di professionisti ICT qualificati è ulteriormente evidenziata dal basso numero di laureati in informatica, che rappresenta solo l'1,5% rispetto alla media europea del 4,2%.
L'Italia inoltre si posiziona al terzultimo posto in Europa per quanto riguarda il capitale umano digitale secondo il DESI. La carenza di competenze rappresenta una minaccia concreta alla competitività del Paese, con circa 2,1 milioni di lavoratori che necessitano di sviluppare competenze digitali di base entro il 2026 per rimanere al passo con le richieste del mercato.
Anche in termini di integrazione delle tecnologie digitali e percorsi di digitalizzazione, le piccole e medie italiane imprese sembrano ferme: rispetto agli altri stati europei, i ritardi sono notevoli, specie in materia di presenza sul web, analisi di Big Data e infrastrutture tecnologiche avanzate
Nonostante il contesto descritto fino ad ora, le piccole e medie imprese (PMI) possono affrontare l'evoluzione tecnologica adottando alcune strategie specifiche. Vediamole di seguito.
Ma tutto questo non è semplice da mettere in pratica, lo sappiamo. Noi lo facciamo da un decennio ormai, scrivi a info@formile.it