Prevenire il burnout dei dipendenti con la formazione: strategia per PMI

Prevenire il burnout dei dipendenti nelle aziende italiane di medie dimensioni attraverso una formazione efficace. Consigli pratici per identificare le esigenze, implementare programmi continui e valutare l'efficacia.
31/5/2023
Fuochi d'artificio tra i palazzi

I dati del 2022 dell’Osservatorio Mindwork-BVA Doxa sul benessere psicologico in azienda, riportano che il 62% dei lavoratori italiani soffre di burnout. I fattori organizzativi hanno un ruolo chiave in questa “sindrome da esaurimento”: sovraccarico di lavoro, mancanza di controllo sulle proprie attività, ricompense e feedback insufficienti, mancanza di equità e di senso di appartenenza alla propria realtà lavorativa sono tutti aspetti che contribuiscono al peggioramento dell’ambiente organizzativo.

Combattere il burnout alla radice è possibile ed è necessario intervenire sul clima e la cultura organizzativa.

Che cos’è il burnout e quali sono le cause

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il burnout come una sindrome sviluppata a causa dello stress cronico derivante dal contesto lavorativo, caratterizzata dalla sensazione di esaurimento fisico e mentale. Il termine stesso, "burnout", esprime in modo chiaro la sensazione di essere "bruciati", "esauriti" o "sfiatati", rappresentando questa particolare forma di esaurimento psicofisico legata all'ambito lavorativo.

Le cause del burnout sono varie e spesso interconnesse: a scatenare l’episodio di esaurimento vero e proprio possono concorrere diversi fattori del contesto organizzativo. Tra le principali cause del burnout troviamo: 

  • Carichi di lavoro eccessivi e prolungati nel tempo
  • Mancanza di controllo sul proprio lavoro
  • Scarso senso di appartenenza 
  • Tensioni tra colleghi e clima organizzativo teso
  • Insicurezza lavorativa o mancanza di riconoscimento per il proprio lavoro
  • Lavoro monotono, ripetitivo, priva di sfide e obiettivi stimolanti 
  • Ambiente lavorativo caotico e disorganizzato 

Al di là di questi fattori, esistono anche predisposizioni personali che possono aumentare il rischio di burnout. Tra queste: una tendenza al perfezionismo, una visione pessimistica di sé stessi e del mondo, il bisogno di mantenere il controllo e il porsi obiettivi e traguardi professionali troppo elevati e irrealistici.

La formazione per combattere il burnout

Il burnout non solo impatta negativamente sull'individuo, ma anche sulle aziende stesse, incidendo direttamente sulla produttività, sulla salute mentale e sulla soddisfazione generale dei dipendenti. In un contesto lavorativo competitivo come quello italiano, le imprese devono concentrare uno sforzo aggiuntivo per garantire il benessere dei propri collaboratori. Una strategia efficace per contrastare il burnout consiste nell'investire nella formazione continua dei dipendenti.

La formazione assume un ruolo di fondamentale importanza nella prevenzione di questa condizione, fornendo alle risorse aziendali le competenze e gli strumenti necessari per affrontare le sfide professionali con successo. Un programma formativo ben strutturato si configura come un valido alleato, dotando gli individui delle capacità essenziali per gestire il tempo, migliorare la comunicazione, potenziare la resilienza emotiva e affrontare lo stress in modo costruttivo.

Una strategia per le PMI 

  1. Prima di implementare un programma di formazione, è essenziale identificare le esigenze specifiche dei dipendenti. Effettuare un'analisi delle competenze può aiutare a individuare i settori in cui i dipendenti potrebbero avere bisogno di supporto o miglioramento. Ad esempio, potrebbe essere necessario offrire formazione sullo stress management, la gestione del tempo, la comunicazione efficace o il potenziamento delle soft skills. La personalizzazione della formazione in base alle esigenze individuali dei dipendenti può aumentare l'efficacia del programma nel prevenire il burnout.
  2. La formazione non dovrebbe essere un evento unico, ma un processo continuo. Le aziende dovrebbero considerare la possibilità di implementare programmi di formazione regolari, come workshop o corsi online, che consentano ai dipendenti di acquisire costantemente nuove competenze e affinare quelle esistenti. Inoltre, è importante creare un ambiente di apprendimento coinvolgente, in cui i dipendenti si sentano motivati a partecipare attivamente e a mettere in pratica ciò che hanno imparato. Questo può essere fatto attraverso l'uso di metodologie didattiche interattive, come il problem solving di gruppo, gli studi di caso e il mentoring.
  3. Per massimizzare l'impatto della formazione sulla prevenzione del burnout, è necessario monitorare e valutare costantemente l'efficacia dei programmi di formazione. Ciò può essere fatto attraverso la raccolta di feedback dai dipendenti, l'analisi dei risultati aziendali e la valutazione delle competenze acquisite. L'utilizzo di strumenti di valutazione, come i questionari post-formazione o le interviste individuali, può aiutare a misurare il progresso dei dipendenti e apportare eventuali miglioramenti ai programmi di formazione futuri.

Investire nella formazione continua dei dipendenti è un investimento strategico per le PMI italiane, in quanto aiuta a prevenire il burnout e a migliorare il benessere generale dei dipendenti. Attraverso una formazione adeguata, le aziende possono fornire ai dipendenti le competenze e gli strumenti necessari per affrontare lo stress, svilupparsi professionalmente e migliorare la produttività. Implementando programmi di formazione personalizzati, continui e coinvolgenti e misurando l'efficacia dei risultati, le aziende possono creare un ambiente di lavoro sano e sostenibile, promuovendo il successo sia individuale, sia organizzativo.

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